Press-IN anno X / n. 1341
Corriere Adriatico del 06-06-2018
Per circa 100mila persone sorde in Italia, e ben 70 milioni in tutto il mondo, ogni giorno, in ogni momento, si propone l’enorme problema di comunicare con tutti coloro – purtroppo la stragrande maggioranza delle persone – che non conoscono la lingua dei segni. Un handicap come un muro frapposto tra tutte queste persone con disabilità sensoriale e il resto delle persone con cui vorrebbero, o dovrebbero, interagire. Ma una soluzione potrebbe esserci.
La soluzione innovativa
Si chiama Talking hands ed è un guanto, progettato dalla start up Limix, spin off di Unicam, capace di tradurre la Lis in voce attraverso un software apposito. Nello specifico, il guanto hi-tech registra i movimenti delle mani durante l’utilizzo della lingua dei segni, li traduce e li trasferisce ad uno smartphone, che pronuncia la frase tramite un sintetizzatore vocale. «Praticamente i segni prendono voce!». Dicono, motivatissimi, Francesco Pezzuoli e Dario Corona, i due Ceo e soci fondatori della società Limix srl.
La start up
Limix Srl, fondata nel marzo 2015 e con sede a Camerino, è nata dalla «forte volontà dicono i due fondatori, Corona e Pezzuoli – di portare la ricerca e le competenze coltivate nell’ambiente universitario in una nuova realtà aziendale per realizzare innovativi progetti industriali». I primi attori di questa realtà sono proprio due giovani studenti, Francesco Pezzuoli e Dario Corona, supportati dal prezioso aiuto dei loro professori Fabio Giannoni, Letizia Corradini, Roberto Giambò, Simonetta Boria, e dalla collaborazione di Eta Srl e Eos Spa. L’idea di fondare una società è nata dopo la vittoria di Talking Hands, presentata dal suo ideatore Francesco Pezzuoli, allo startup weekend di Ascoli Piceno, nell’ottobre del 2014.
La ricerca
«Da allora dice Pezzuoli – tutto il gruppo di ricerca ha lavorato duramente per fondare una realtà aziendale che fa dell’innovazione la base per i suoi progetti. Il primo passo è stata proprio la creazione di Limix srl, spin-off dell’Università degli Studi di Camerino. Durante il suo primo anno di vita, Limix si è costantemente focalizzata nella realizzazione e sviluppo di Talking hands». Di seguito i nomi del gruppo di lavoro, con età media di 26 anni, tutti ingegneri e matemtici marchigiani. Maceratesi per l’esattezza, e provenienti da Unicam: oltre a Pezzuoli e Corona, Juri Bruciat, Simone Fioroni, Athos Capriotti, Elena Raponi, Andrea Cristofaro, Simonetta Boria, Rita Antoniozzi, Maria Letizia Corradini, Fabio Giannoni e Roberto Giambò.
Il progetto
Dare voce ai segni. E non a segni casuali, ma quelli per la numerosa comunità di persone sorde, fondamentali e imprescindibili perché consentono loro di comunicare e parlare. L’obiettivo di Talking hands è assolutamente rivoluzionario per i tanti disabili sensoriali italiani e nel mondo e dal grande impatto sociale. Si tratta di un dispositivo completamente indossabile, simile ad un guanto, che traduce in voce la Lis (Lingua dei Segni Italiana). Per ottenere un’alta qualità dei prototipi, LiMiX ha avviato collaborazioni con aziende italiane, tra cui la NuovoStudioDesign di Zagarolo, la Measure3D di Roma e AcmeLab di Ascoli Piceno.
Il lancio
La realizzazione finale di Talking hands e il lancio sul mercato italiano saranno le due prossime grandi sfide di LiMiX, che sta attivamente cercando ulteriori aiuti, siano essi finanziamenti o collaborazioni, per velocizzare questo processo e rendere disponibile Talking Hands a tutte le persone sorde che ne hanno bisogno. «Il nostro Talking hands ha attirato l’interesse di numerosi enti pubblici e privati, e ha vinto quattro importanti eventi: il Business Plan Competition, StartCup Marche 2015, l’Ecapital 2015 e il Rome Prize al Maker Faire 2016. I finanziamenti ottenuti da queste competizioni sono state di grande aiuto per lo sviluppo dei nostri vari prototipi, che si stanno avvicinando sempre più ad un prodotto industriale».
I premi
Il contest R.o.m.e.Prize (Rome Outstanding Maker of Europe) è stato decisamente tra i più prestigiosi riconoscimenti ottenuti in virtù del quale Limix si è aggiudicata il premio di 100.000 euro. «Il nostro progetto dice Pezzuoli – ha conquistato la giuria, permettendoci di vincere il primo premio al Maker Faire al Roma Fiere».
di Nico Coppari