Press-IN anno X / n. 1229
Superando.it del 24-05-2018
«Il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) – scrivono dal Movimento LIS Subito! – riguarda solo ed esclusivamente i suoi utilizzatori, e nessuno vuole imporla a chi non la vuole usare. Tale riconoscimento, pertanto, è una garanzia per la salvaguardia dei diritti umani, delle pari opportunità, della dignità e del rispetto anche dei cittadini sordi che comunicano attraverso la Lingua dei Segni Italiana». E a tal proposito si cita anche la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che invita gli Stati membri a «riconoscere e promuovere l’uso della lingua dei segni».
Domani, 25 maggio, saranno passati esattamente sette anni da quel 25 maggio 2011, quando un gruppo di sordi, udenti, familiari, amici, associazioni, istituzioni, ricercatori e varie figure professionali di tutta Italia riempì la piazza romana dei Santi Apostoli con una fragorosa protesta. L’obiettivo era chiedere il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni italiana (LIS) e far capire al pubblico che la LIS non è un linguaggio, ma una lingua vera e propria. Nacque così il nostro Movimento [Movimento LIS Subito!, N.d.R.], a poca distanza, tra l’altro, dalla Giornata Unesco per la Diversità Culturale del 21 maggio.
La lingua non è usata solo da persone sorde e dai loro familiari, amici e udenti, ma è anche un prezioso strumento di comunicazione a vantaggio di chi soffre di disfunzioni del linguaggio, come chi è colpito da autismo. È ormai assodato e dimostrato a livello scientifico che la LIS stimola aree cerebrali analoghe a quelle che si attivano nel caso della lingua parlata, permettendo il pieno sviluppo delle capacità cognitive della persona. Non è una lingua univoca per tutti i sordi, ma si esprime in forme locali che si differenziano come la lingua italiana, per esempio, da quella inglese, francese, cinese e così via.
Le lingue dei segni, proprio in virtù del loro valore culturale e dei diritti civili che garantiscono, sono riconosciute in tutta Europa: fanno eccezione solo il Lussemburgo e l’Italia. Qui l’iter legislativo per il riconoscimento è stato avviato più volte, raggiungendo al massimo l’approvazione in uno dei due rami del Parlamento e non nel secondo.
Tra gli animatori più attivi della battaglia per il riconoscimento, fondata sul diritto alla comunicazione, c’è il nostro Movimento, nato, come detto, dalla protesta del 2011 e dall’unione delle forze di coloro che chiedono, con vigore, il riconoscimento della lingua dei segni italiana.
Il Movimento è assolutamente indipendente – perché libero e svincolato dalle varie istituzioni, cooperative, fondazioni ed associazioni che gravitano nell’ambito della sordità – ed è apolitico, in quanto il suo obiettivo prioritario è il riconoscimento della LIS.
Chi richiede il riconoscimento? Tutti i sordi e udenti che usano la LIS, che sono ovviamente titolari del pieno diritto a veder riconoscere la “loro” lingua, come prescrive anche la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009 con la Legge 18/09: con l’articolo 21, comma e, infatti, la Convenzione invita gli Stati membri a «riconoscere e promuovere l’uso della lingua dei segni».
Il nostro Movimento continua dunque a battersi per l’approvazione della LIS, con attività di sensibilizzazione, organizzazione di convegni, partecipando attivamente a manifestazioni e incontri con le istituzioni. La strada è ancora in salita, ma si spera, col nuovo Governo, di poter arrivare presto anche all’adozione di una legge nazionale in materia, colmando una lacuna che ci differenzia pesantemente dal resto dell’Europa.
Riconoscere alla LIS lo status di lingua significherebbe anche superare l’idea estremamente riduttiva che si tratti di uno strumento per poche persone, piccoli gruppi di sordi che utilizzandola rischiano addirittura di essere ghettizzati ed esclusi dalla comunità degli udenti. È dimostrato che è vero il contrario: la LIS contribuisce alla piena partecipazione alla vita collettiva delle persone sorde e, pertanto, non esclude, ma anzi agevola la loro inclusione nella società. Assicura una migliore accessibilità a strutture e servizi e la piena fruizione di informazioni e contenuti a chi, sordo, sarebbe fortemente penalizzato da un ricorso alla sola lingua orale/scritta.
Tra i sostenitori del riconoscimento della LIS ci sono anche persone udenti: genitori, parenti, amici, colleghi, professionisti o simpatizzanti, cioè anche coloro che sono a stretto contatto con i sordi. La LIS, infatti, non è solo dei sordi, segnanti e bilingui, ma è un patrimonio comune a tutti coloro che la utilizzano: familiari, operatori, bambini portatori di svariate patologie del linguaggio ecc.
Va detto che il riconoscimento della LIS riguarda solo ed esclusivamente i suoi utilizzatori, e nessuno vuole imporre la LIS a chi non la vuole usare. Il suo riconoscimento, pertanto, è una garanzia per la salvaguardia dei diritti umani, delle pari opportunità, della dignità e del rispetto anche dei cittadini sordi che comunicano attraverso la Lingua dei Segni Italiana.
Il nostro Movimento continuerà a battersi per far sì che la LIS venga ufficialmente riconosciuta, e invita tutti a sostenere la battaglia per garantire davvero a tutti il diritto di usare la propria lingua per comunicare ed esprimersi.