Press-IN anno X / n. 595
clicmedicina.it del 05-03-2018
Un numero allarmante di giovani italiani si espone a livelli pericolosi di rumore, rischiando una perdita uditiva permanente. Il 95% dei giovani tra i 18 e i 24 anni sostiene di ignorare gli avvisi di volume dei dispositivi mobili pur di ascoltare l’audio a un’intensità superiore ai livelli di guardia. Questi alcuni dei risultati del rapporto State of Hearing.
L’indagine, realizzata con l’obiettivo di comprendere meglio l’atteggiamento e le abitudini delle persone rispetto al proprio udito, ha evidenziato una serie di comportamenti a rischio degli italiani, che potrebbero aumentare il numero delle persone affette da perdita uditiva. Nei bambini si potrebbero verificare problematiche relative allo sviluppo psico-motorio, mentre negli adulti il rischio riguarderebbe un declino cognitivo precoce talvolta associato a demenza.
I risultati dell’indagine, che ha coinvolto oltre 7.200 individui in 5 paesi europei, sono stati resi noti in occasione la Giornata Mondiale dell’Udito, il cui tema per la nuova edizione sarà “Ascolta il futuro”. Si tratta di un’iniziativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sensibilizzare alla prevenzione della sordità e ai problemi di udito, promuovendo la salute dell’orecchio.
“Esisterà sempre un segmento di popolazione con problemi di udito inevitabili, per i quali esiste un’ampia gamma di soluzioni. Tuttavia, quando è il momento di proteggere la salute dell’udito, la maggior parte delle persone ha la possibilità di scegliere. È necessario essere consapevoli che ci troviamo davanti ad una vera e propria epidemia mondiale silenziosa, con 466 milioni di persone convivono con una perdita uditiva invalidante. Obiettivo dell’indagine lanciata da Cochlear in occasione di questa importante Giornata mondiale è soprattutto la sensibilizzazione delle persone affette da problemi di udito riguardo ai vantaggi di un’identificazione e una risoluzione precoci di questi disturbi”, commenta il dott. Carlo Martinelli.
I segni premonitori acquistano tutto il loro significato se consideriamo le risposte di persone alle quali sono stati già diagnosticati dei problemi di udito e che non utilizzano impianti o protesi acustiche, né dispositivi di ascolto assistito. Di questo campione specifico:
* Circa la metà (47%) ammette che i problemi di udito hanno peggiorato e/o reso frustranti le proprie relazioni sociali;
* Il 41% riferisce di aver avuto problemi sul lavoro;
* Il 40% ammette di essere stato costretto ad evitare alcuni contesti di socializzazione;
* Il 37% riferisce uno stress che si ripercuote su familiari, amici o colleghi;
* Un quarto (25%) segnala l’impossibilità di partecipare ad attività di gruppo;
* Un altro quarto (25%) riferisce un impatto negativo sulla salute mentale.